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Quale futuro per l’Ilva di Taranto?

Una delle aziende più in vista dell’economia pugliese, proprio per il suo contributo in termini di lavoro e di crescita, è sicuramente l’Ilva di Taranto: stretta da sempre in uno strano rapporto di odio et amo di catulliana memoria, da una parte per la sua capacità di offrire un posto di lavoro a tanti operai, ma altrettanto, dall’altra per le tante preoccupazioni per la propria salute – manifestate pubblicamente o meno – questa azienda potrebbe vedersi sequestrare gli stabilimenti, in seguito al deposito delle motivazioni della sentenza del GIP circa il processo per disastro ambientale ed inquinamento nei confronti dei vertici dell’Ilva.

Sequestro degli impianti con o senza facoltà di uso?

Non sono in pochi a considerare, alla luce dei risultati delle perizie sulle emissioni nell’aria di agenti inquinanti correlate all’insorgenza di malattie e dell’incremento del tasso di mortalità (si è parlato in questi giorni anche della presenza di piombo nelle urine dei tarantini), come naturale il sequestro degli impianti: ma il quesito che più risuona in queste ore è se possa essere concessa o meno la facoltà di uso dell’area a caldo. Il nervosismo tra gli operai e dipendenti è molto palpabile circa il futuro del proprio lavoro, al punto tale che anche il GIP e i quattro sostituti procuratori del Pubblico Ministero sono stati messi sotto tutela, da parte della DIGOS. Cosa succederà nelle prossime ore? Non mancheremo di tenervi informati!

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