Faeto è un minuscolo paesino situato sui monti Dauni del quale abbiamo già avuto occasione di parlare altrove, quando abbiamo elencato i salumi tipici pugliesi. Qui, infatti, si produce un ottimo prosciutto crudo, di Faeto, appunto, che nulla ha da invidiare ai nomi ed alle etichette più blasonate oggi disponibili negli alimentari e supermercati di tutta Italia (senza voler nulla togliere anche a quelle, evidentemente). Detto questo, dovete sapere che Faeto è un luogo anche turisticamente, paesaggisticamente e culturalmente interessante. Insomma, in qualunque momento o periodo dell’anno vi troviate in vacanza in Puglia, sappiate che una gita a Faeto è sempre una buona idea. E allora vediamo un pò 3 motivi per cui Faeto è un luogo speciale, unico nel suo genere, e che conviene visitarlo.
1 – La lingua
Si è parlato altrove del griko salentino, un dialetto ancor oggi parlato in alcuni comuni del Salento, retaggio della presenza bizantina in zona (non dimentichiamo che i bizantini lasciarono la terra d’Otranto nel 1071). A Faeto c’è un altro retaggio linguistico, quello del franco-provenzale. I due paesi di Faeto e di Celle San Vito rappresentano infatti un’enclave franco-provenzale nella quale si parlano due dialetti, il faetano e il cellese, derivanti proprio dalla lingua in questione. Il franco provenzale è una lingua galloromanza detta anche arpitana o patois (non a caso questa piccola zona della Puglia viene altresì definita Puglia Arpitana) ed è una lingua romanza (che significa derivata dal latino). Siamo dunque in Valmaggiore, nella Capitanata. In Francia è molto più parlata, ma si tenga presente che, nonostante sia una lingua galloromanza, non ha nulla a che fare con il francese, né tantomeno con l’occitano.
Un dialetto che si parla anche in Val d’Aosta ed in Piemonte
In Italia, oltre che in questo remoto angolo di Puglia, il franco provenzale si parla in Val d’Aosta, per ovvie ragioni geografiche. E poi in Piemonte, nel torinese. In questo caso sarebbe naturale pensare che il dialetto galloromanzo sia in qualche modo “sceso” dalla Valle d’Aosta, e invece vi stupirete a scoprire che è “salito”, nella sua “variante pugliese” per così dire, proprio dal Subappennino Dauno, a seguito del trasferimento di alcune famiglie pugliesi in terra piemontese.
Quante minoranze linguistiche in Puglia!
Affascina e incuriosisce, il tema delle minoranze linguistiche. Si consideri che in Puglia oltre al griko salentino ed al franco provenzale si parlano, oggi, anche l’albanese ed il veneto! Le ragioni storiche, le migrazioni interne, i motivi di indole economica, spingono ed hanno spinto famiglie e gruppi di famiglie ad insediarsi ed a portare con sè, oltre ad un piccolo bagaglio di oggetti personali e vestiario, anche di saperi, cultura e parole, che trovano una nuova casa, si fondono con altre parole nuove già esistenti in loco, e virano prendendo strade e percorsi sempre nuovi, finendo per essere altro rispetto alla lingua che hanno lasciato tra le mura di casa, ma mantanendo intatta la loro identità. Le lingue sono vive, viaggiano e si evolvono, proprio come le persone!
2 – Il monte più alto della Puglia ed alcuni boschi tra i più belli della zona
All’interno dell’agro di Faeto si trova il monte Cornacchia, che è il monte più alto della Puglia con i suoi 1152 metri sul livello del mare. E non solo. Da queste splendide altitudini si può ammirare il Gargano in tutta la sua bellezza, e scattare delle bellissime foto. Volgendo lo sguardo altrove, si possono altresì ammirare il Tavoliere delle Puglie ed il Golfo di Manfredonia. Insomma, uno spettacolare colpo d’occhio su una bellissima porzione di Puglia. Inoltre, da queste parti i boschi non mancano (non a caso a Faeto si produce un eccellente prosciutto, complice anche l’ottimo microclima): famoso è proprio il bosco di Faeto, che offre faggi e cerri a volontà. Non a caso, il toponimo Faeto deriva, etimologicamente, da faggio!
3 – Il prosciutto
Anche se l’abbiamo già citato, non possiamo esimerci da includere nelle “tre meraviglie di Faeto” il suo prosciutto. Un’eccellenza gastronomica di quelle che a noi piacciono tanto, e che da solo merita una gita (ed un assaggio). La prima domenica di febbraio, così come la prima domenica di agosto, il paese (che conta poco più di 600 abitanti) si anima grazie a due bellissime feste dedicate proprio a questa eccellenza agroalimentare.
Un’ultima curiosità: assieme a Castelluccio Valaggiore e Celle, Faeto formava, sino ad alcuni decenni fa, quella che veniva chiamata “La Svizzera del sud” o “piccola Svizzera”, per quanto vi si stava bene. Tuttavia, i giovani hanno preso altre strade e queste zone sono andate progressivamente incontro ad uno spopolamento apparentemente irreversibile.