La graziosa cittadina di Massafra, a poco più di 15 km di distanza da Taranto, è un luogo ancora oggi tanto affascinante quanto misterioso. Un luogo dove storia, leggenda e folklore locale sono ancora più vive che mai, e dove forse più che altrove si narra che fossero praticate le “macaríe”, riti magici eseguiti dalle macare, donne ritenute capaci di ogni genere di incantesimo tanto nel bene quanto nel male, e pertanto profondamente temute e rispettate in tutta la regione. A Massafra, in particolare, era molto diffusa la pratica delle cosiddette “fascinazioni”, ovvero riti magici volti a legare un individuo all’altro: filtri d’amore e pozioni messe a punto per suscitare l’amore e convolare alle sperate nozze. Vi ricorrevano spesso le ragazze in cerca di marito, ma anche, a volte, giovani uomini non corrisposti. E ancora: non mancano in città luoghi suggestivi e misteriosi ancora oggi intrisi di magia e forieri di racconti di streghe e fantasmi. Approfondiamo assieme l’argomento.

Massafra castello
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Il Castello di Massafra: dal Santo Graal alla strega misteriosa, un luogo permeato di suggestione

madonna della candelora massafra - Laterradipuglia.it
Fonte: Passaturi.it

Il castello di Massafra nasconde in sé diverse storie e leggende particolarmente suggestive che hanno a che fare con la stregoneria. Come tutti i castelli, anche questo subì diversi rimaneggiamenti e passò sotto diversi proprietari con l’andare del tempo e dei secoli. La torre in particolare ha forma ottagonale e qualcuno ha anacronisticamente supposto che sia stata voluta da Federico II di Svevia, anche se poi fu rimaneggiata intorno al 1700. Vuole infatti la credenza popolare che la torre fu voluta da Federico II per rendere omaggio ai templari e narra leggenda che in essa fu addirittura custodito in Santo Graal che, sempre secondo la leggenda, fu poi portato a Castel Del Monte. Ma l’aura di mistero che avvolge questo castello non finisce qui. Sembra addirittura che nella torre vi fosse una stanza delle torture. E, se non vi basta, sembra anche che nel castello abiti una strega capace di apparire e scomparire in breve tempo e che assuma le sembianze di una giovane ragazze.

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La Leggenda del Mago Greguro

Abbiamo parlato in apertura delle innumerevoli macare o masciare che pare operassero in quel di Massafra in passato e della strega che sembra ancora oggi abiti la torre del Castello. A questi personaggi femminili tipici del folklore locale, si affianca anche un personaggio maschile, un mago. Di fatto, uno stregone, anche se in Puglia gli uomini dediti alla stregoneria (i corrispettivi maschili della macare) erano detti maghi. Il mago Greguro era dunque un alchimista. Si dice che egli vivesse nel complesso della gravina della Madonna della Scala, dove aveva una “farmacia” ante litteram, naturalmente. Siamo intorno all’anno Mille, e Greguro si dedicava, assieme alla figlia Margherita, a scendere nelle grotte e raccogliere innumerevoli piante officinali, con le quali mettevano a punto filtri e pozioni di ogni tipo.

L’intento era banalmente curativo, ma le genti locali pensavano che si trattasse di vera e propria stregoneria. Le scarse conoscenze medico scientifiche dei tempi, il substrato culturale contadino ed i pregiudizi della popolazione locale trasformarono dunque Greguro e Margherita in due soggetti altamente pericolosi, dai quali tenersi alla larga. Peraltro, Margherita era straordinariamente bella ed erano molti gli uomini che, in barba agli avvertimenti della gente, la corteggiavano senza timore. Un fatto che non faceva altro che innervosire ulteriormente le donne del paese che, in preda all’invidia ed al senso di competizione, alimentavano sempre più dicerie sulla giovane donna.

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Margherita fu additata come strega e messa al rogo

Fu così che Margherita fu additata come strega. E, com’era usanza nel Medioevo, venne processata frettolosamente e condannata al rogo. Il giorno in cui era prevista l’esecuzione, poco prima dell’accensione del rogo, il superiore del Monastero bizantino di Massafra Igumeno Anselmo testimoniò a favore di Margherita, spiegando che non si trattava di una strega e che raccoglieva le erbe al fine di produrre dei medicamenti. La giovane fu dunque liberata e Greguro ordinò di dipingere – come segno di riconoscimento – una splendida raffigurazione della Madonna proprio in prossimità della gravina dove vivevano.

Termina qui il nostro racconto su Massafra, città delle streghe, e sulle leggende che vi gravitano attorno.