fichi pugliesi - Laterradipuglia.it

Dopo che la bellezza paesaggistica ed il delicatissimo ecosistema salentino sono stati flagellati e compromessi dalla diffusione dell’oramai famosissimo batterio della  Xylella Fastidiosa (di nome e di fatto), è notizia di oggi che anche i meravigiosi fichi pugliesi potrebbero andare incontro ad una brutta avventura. La minaccia sembra arrivi dal Pakistan. Scopriamo di che si tratta assieme. 

Proprio quando molti olivicoltori hanno preso la decisione di sostituire i loro antichi uliveti con degli altrettanto bellissimi ficheti, e di dedicarsi alla produzione ed al commercio di fichi pugliesi, una nuova minaccia si profila all’orizzonte.

Tutto è iniziato il 4 agosto scorso, quando uno dei tanti contadini pugliesi che hanno fatto la scelta di orientarsi versi la fichicoltura ha lanciato l’allarme: qualcosa non andava tra i suoi fichi. E’ dunque entrato in scena il servizio fitosanitario della Provincia di Lecce che ha svolto le necessarie indagini. Effettuate dunque le indagini del caso tramite osservazione visiva e prelevamento di un campione di corteccia dei fichi del contadino che ha lanciato l’allarme.

La Xylella dei fichi si chiama Cerambice

Il risultato non lascia spazio all’immaginazione: due larve di Cerambice in attività stavano infestando alcuni fichi già morenti. Nemmeno il tempo di informare l’Università di Foggia ed avviare ulteriori indagini, e la larva si è spostata da Guagnano sino a Salice, Trepuzzi e Carmiano.

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Le larve di Cerambice divenute poi farfalla sono state a loro volta catturate dagli studiosi. Si tratta di farfalle lunghe poco meno di 2 cm, di colore bruno marrone. Il corpo è ricoperto di piccoli peli ed ha antenne sottili. Si tratta di un parassita che colpisce solitamente le piante tropicali. Proviene dall’India e dal Pakistan e sembra sia giunto in Europa passando attraverso l’Africa. Oltre alle piante tropicali, attacca anche il fico comune e il gelso. 

Al momento, gli specialisti entomologi stanno analizzando tanto le larve quanto gli insetti adulti reperiti in Terra di Puglia e, ad onor del vero, non sono state inviate altre segnalazioni relative ad anomale morie di fichi pugliesi.

Di certo, sarà ora necessario capire come difendersi da questo parassita, onde non deturpare nuovamente il paesaggio pugliese come già accaduto in occasione della Xylella. Alcuni consigli in attesa dell’arrivo delle indicazioni specifiche fitoterapiche da parte degli studiosi sono:

  • evitare potature drastiche, che indeboliscono la pianta e spianano la strada alle aggressioni dei parassiti
  • fare periodiche ed opportune osservazioni della pianta in tutte le sue parti, per accertarsi della sua salute
  • segnalare immediatamente al servizio fitopatologico eventuali anomalie
  • distruggere o bruciare eventuali piante morte.

Ci auguriamo che questo parassita non causi un flagello come accaduto per gli ulivi pugliesi. La pianta del fico oltre ad essere autoctona in regione è anche altamente decorativa ed ha un valore commerciale non indifferente. La produzione di fichi pugliesi non solo è un’attività remunerativa per tutti i contadini pugliesi, ma consente oggi di dar vita a straordinarie eccellenze molto gradite al mercato agroalimentare italiano. Ci riferiamo al fico secco mandorlato di San Michele Salentino, al vincotto di fichi, ma anche alle deliziose confetture di fichi che oggi si presentano sul mercato in varianti sempre nuove, golose e fantasiose.

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Ilaria Scremin