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Le frise pugliesi hanno ormai da diversi anni varcato i confini regionali e sono diventate uno degli alimenti più amati soprattutto per quanto riguarda i pranzi e le cene estive. Pranzi e cene in spiaggia, cene divertenti e leggere, ma anche fantasiose e creative, non c’è praticamente nessuno che dica no o non gradisca le frise pugliesi. Il segreto sta forse nella straordinaria semplicità di questo alimento. Ma rispondiamo oggi ad alcune tra le domande più comuni sulle frise pugliesi. 

Come si bagnano le frise pugliesi?

Dovete sapere che la frisa pugliese è un mezzo panetto cotto due volte in forno. E’ molto secco e duro dunque non potreste mai mangiarlo così com’è. Per mangiare le frise pugliesi è necessario bagnarle in acqua. Si bagna in acqua tramite immersione, per alcuni istanti. Mano a mano che imparerete a bagnare e gustare le frise del Salento, imparerete anche a bagnarle quanto basta o quanto va bene per voi. C’è chi la gradisce ancora croccantina, chi invece la preferisce molto morbida. Per l’immersione della frisa esistono dei simpatici recipienti artigianali chiamati “sponza frise”, ma potete anche usare una semplicissima ciotolina piena d’acqua.

Quante frise si possono mangiare quando si è a dieta?

Se siete a dieta dovrete fermarvi a due frise. Considerate che è un buon pasto e che non è troppo limitato. In realtà ad aumentare le calorie non saranno le frise pugliesi, ma tutto quello che andrete a metterci sopra. Dunque l’olio di oliva e le varie farciture. Se usate per esempio i sottoli pugliesi, potete evitare di aggiungere altro olio, in quanto lo contengono già. In alternativa, potete usare il classico pomodorino maturo schiacciato sulla superficie della frisa, ed in quel caso aggiungerete un cucchiaino di olio di oliva e sale. Lo stesso dicasi se decidete di aggiungere il tonno: se è tonno all’olio di oliva, non esagerate poi aggiungendo altro olio!

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Come farcire le friselline?

Le frise pugliesi e le friselline o friselle sono due cose ben diverse. Le frise pugliesi si bagnano in acqua e poi condiscono a piacere. Le friselline invece sono più piccoline e non si bagnano in acqua, bensì si condiscono direttamente. Tornando alle frise pugliesi, dopo averle scolate dell’acqua in eccesso potete condirle molto semplicemente con pomodoro, olio e sale. Oppure farcirle più generosamente, aggiungendo tonno, rucola, olive, capperi, caroselle, sottoli, verdure grigliate, tutto quello che la fantasia vi può suggerire.

Come sono nate le friselle?

Concludiamo con una curiosità e scopriamo chi ha inventato le frise e le friselle. Sembra dunque che a “inventare” le frise siano stati i Fenici, che se le portavano durante i loro viaggi per mare e le facevano rinvenire proprio in acqua di mare. Una volta appresa la lezione fenicia, i salentini hanno cominciato a preparare le frise e portarsele appresso durante i lunghi giorni di lavoro in campagna. Come sapete il Salento è una terra basata su un tipo di sussistenza agricola e rurale. In quasi tutte le famiglie, uno o più componenti trascorrevano tutta la loro giornata nei campi e spesso si fermavano anche a dormire sotto le stelle. La frisa rispondeva dunque perfettamente all’esigenza di portarsi del cibo non troppo deperibile, da preparare all’occorrenza. Nei secoli successivi, la frisa è diventata un alimento nobile, lasciando le campagne ed approdando sulle tavole delle famiglie più benestanti. Oggi, è un alimento che interessa trasversalmente tutti! Ecco dunque come sono nate le frise pugliesi e le friselle.

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Ilaria Scremin