castello di barletta - Laterradipuglia.it

Come sempre accade ed è accaduto per quanto riguarda i castelli pugliesi, questi sono il frutto di una serie di rimaneggiamenti e di avvicendamenti di dominazioni differenti. Anche il castello di Barletta non è esente da questo tipo di storia, che è ben documentata nonchè evidente agli occhi di un osservatore attento. La storia del castello di Barletta ha dunque origine durante il periodo normanno. Dovete sapere che i Normanni usavano edificare costruzioni a scopo difensivo nei territori immediatamente vicini a quelli che intendevano conquistare. E per questo motivo in quel di Barletta edificarono prima le torri e poi il castello. Una struttura inespugnabile e difficilissima da attaccare, dal momento che, peraltro, una delle sue facciate dava proprio sul mare. Insomma, fu Pietro il Normanno a volere l’edificazione di questo castello in quanto si stava preparando ad attaccare ed occupare Trani, allora ancora in mano Bizantina, come potete immaginare. Il castello è rimasto protagonista degli eventi del territorio nel quale si trova per tutta l’epoca normanna, fino alla morte di Tancredi. Di questo periodo è rimasta nella storia la sua visita da parte di Guglielmo il Buono, che vi soggiornò durante un viaggio da pellegrino verso il santuario di San Michele Arcangelo.

Il castello di Barletta durante il periodo Federiciano

Come sapete, al periodo normanno fece seguito quello svevo, sotto il controllo di Federico II di Svevia, figlio di Costanza d’Altavilla e di Enrico VI. Dopo la morte di Tancredi, il regno di Sicilia passò nelle mani di Enrico VI e poi proprio di Federico II. Un sovrano illuminato che amò profondamente la Puglia e che vi si stabilì per gran parte dei suoi giorni. L’Imperatore del Sacro Romano Impero si stabilì proprio nel castello di Barletta più e più volte, tant’è che possiamo affermare con certezza che il castello rivestì un ruolo di primo piano nella vita politica di quei tempi in diverse occasioni. Di ritorno dalla famosa Sesta Crociata, che vide Federico II come protagonista, l’Imperatore sostò al castello per ben due mesi. Ma la conformazione architettonica dei castelli federiciani era sempre più o meno identica a se stessa, e questo castello all’origine era ben diverso dalle aspettative dell’imperatore, tant’è che ne ordinò un radicale rimaneggiamento. Il castello difensivo pensato dai normanni diventava dunque la classica domus federiciana.

Il castello di Barletta durante i periodi angioino ed aragonese

Alla morte di Federico II di Svevia, il castello passò sotto il controllo angioino, e il castello subì ancora una volta dei rimaneggiamenti, con l’aggiunta di un palatium angioino e la sostituzione di alcune parti di epoca normanna oramai crollate o danneggiate. Durante il periodo aragonese, invece, il castello fu arricchito di nuove componenti a scopo difensivo, come ad esempio il fossato. I rimaneggiamenti tuttavia non erano finiti. Nelle epoche successive, anche gli spagnoli e poi gli asburgo misero mani al castello, plasmandolo, per così dire, a loro immagine e somiglianza. Solo per fare un esempio, che vale un pò per tutti i castelli medioevali, il passaggio dall’uso di armi bianche alla polvere da sparo portò inevitabilmente ad una revisione delle strutture difensive, a partire dalle mura, ma anche i bastioni angolari, la dotazione di un fossato e naturalmente dei giusti spazi per i cannoni.

La storia del castello di Barletta ci ha accompagnato dunque sino ai giorni nostri con un susseguirsi di eventi e di rimaneggiamenti voluti dal tempo e dagli accadimenti. Non ultimo, il 24 maggio del 1915 il castello fu clamorosamente colpito da sei cannonate, come ancora oggi ricordato da una targa di marmo affissa in loco.

Oggi il castello è sede del Museo Civico e della Biblioteca.

 


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Ilaria Scremin