IL VINCOTTO: DI UVA O DI FICHI?
Quando si parla di vincotto in Italia si tende a saltare subito con la mente alla Puglia, regione dove lo si produce maggiormente ancora oggi e dove esso affonda le sue radici. Il nome vincotto deriva da “vino cotto”, e altro non è che il mosto d’uva crudo, che viene cotto, cioè bollito, per diverse ore.
Vincotto d’uva e vincotto di fichi sono due prodotti davvero unici e deliziosi che, volendo, potreste preparare anche in casa, perché il procedimento è tutt’altro che difficile! Tuttavia, noi vi consigliamo di acquistarli già pronti, visti i lunghi anzi lunghissimi tempi di cottura.
Una preziosa ricetta pugliese: il vincotto di fichi
Ecco a voi, amiche ed amici della Puglia, un’altra specialità di questo territorio fertile e ricco ideale per grandi e piccini. Stiamo parlando del vincotto, un prodotto ottenuto a partire dal mosto fresco dell’uva bianca o rossa, che viene appunto cotto (venendo definito in Salento il “Cuettu”, cotto), affinché si arrivi ad ottenere una sorta di sciroppo dal gusto delicato, perfetto per preparare tanto dei dolci quanto delle bevande apprezzatissime a tutte le età.
Le origini del vincotto – detto anche mosto cotto – sono da ricercare molto indietro nel tempo. Bisogna fare un salto almeno nella Roma antica, quando lo stesso era prodotto in due differenti varianti, vale a dire il sapa e il defrutto. Si diversificavano a seconda del livello di concentrazione ottenuta durante la preparazione dello stesso, con il primo che risulta essere più concentrato rispetto al secondo.
In origine, il vincotto veniva utilizzato per condire carni e torte, o ancora, come dolcificante oppure come bibita energetica. Nella tradizione pugliese, invece, questa specialità è stata utilizzata a lungo per dare un tocco di sapore in più alle cartellate, o ancora, per arricchire la preparazione dei sasanelli. Lo stesso era usato finanche per le pettole fritte appena raccolte e per impreziosire la frutta, gelati o altri dolci a base di mandorle.
Origini del vincotto
In passato, poi, quando l’uso dei farmaci e la disponibilità degli stessi erano ridotti rispetto ad oggi, il vincotto di fichi godeva di una certa considerazione per quanto riguarda la cura della tosse, venendo somministrato come un sedativo.
Negli ultimi tempi, invece, la sperimentazione gastronomica ha fatto ricorso al vincotto di fichi cercando di ripercorrerne l’uso originale, vale a dire, per insaporire e creare interessanti contrasti di sapore con la carne cucinata bollita o ai ferri, o ancora, in abbinamento con i pesci di acqua dolce o, infine, anche per preparare delle gustose minestre di legumi.
Vediamo ora in dettaglio come si prepara questa specialità pugliese.
Gli ingredienti per la preparazione del vincotto di fichi
Ecco che cosa dovete comperare per preparare la nostra speciale ricetta:
- fichi maturi
- acqua
Il procedimento per ottenere il vincotto di fichi
Dopo aver acquistato gli ingredienti, preoccupatevi di fare quanto segue:
- Prendete dei fichi ben maturi e molto dolci: tagliateli in 4 parti, ricopriteli di acqua e cuoceteli, fino a ridurli ad una poltiglia (indicativamente il prodotto si dimezza).
- Versate il composto, ancora bollente, in un canovaccio a trama fitta, che chiuderete a mo’ di sacca e strizzerete energicamente in modo da far uscire tutto il liquido possibile.
- Sistemate il liquido ottenuto in una pentola di acciaio inossidabile e fatelo cuocere lentamente, per 2 o 3 ore, rimescolandolo spesso con l’ausilio di un cucchiaio di legno.
- Potrete infine procedere ad imbottigliare il vostro vincotto di fichi quando lo stesso sarà denso e filante: potrete versarlo nelle bottiglie ancora caldo – non dovrà tuttavia essere bollente – mentre che, una volta raffreddato, potrete richiudere le bottiglie.
Vi ricordiamo che da circa 20 kg di fichi si ottiene circa 1 litro (al massimo 1 litro e mezzo) di vincotto, anche a seconda di quanto siano acquosi i frutti.






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