I rioni di Alberobello: quali sono e cosa offrono

La città di Alberobello si divide in due rioni, che si chiamano Rione Monti ed Aja Piccola. Scopriamo assieme come sono strutturati i due rioni di Alberobello e cosa c’è da vedere in ciascuno di essi.

Rione Monti

Tra i due rioni di Alberobello, questo è quello che si vede spesso nelle cartoline, con tanti trulli fitti fitti, per la gioia dei bambini che penseranno di essere nella terra degli elfi o dei Puffi a seconda della fantasia! Pensate che solo in questo rione i trulli sono più di mille! Nel Rioni Monti vale la pena di visitare il Trullo Siamese: due trulli in uno, proprio come due gemelli siamesi! Una passeggiata nel Rione Monti ti trasporterà in una dimensione fiabesca: non esitare a mettere da parte la cartina ed a passeggiare senza meta tra i trulli!

Aja Piccola

L’altro rione di Alberobello si chiama Aja Piccola. Non è tempestato di trulli, ma vi sono alcuni musei ed edifici che conviene visitare prima di terminare la propria visita turistica ad Alberobello.

  • Casa D’Amore: non è un trullo ed è stato costruito – a differenza delle usanze locali – con l’uso di calce, dunque non a secco! Ospita l’ufficio del turismo.
  • Casa Pezzolla: il museo del territorio è ospitato proprio da Casa Pezzolla. Casa Pezzolla era la casa del dottor Giacomo Pezzolla, che vi ha dato il nome, e che, nel XVIII secolo, era il medico personale della famiglia D’Aragona. Casa Pezzolla è un complesso di 15 trulli comunicanti, davvero unico e singolare anche in quel di Alberobello!
  • Palazzo Acquaviva: era la residenza estiva della famiglia Acquaviva Aragona. Il conte GianGirolamo amava rifugiarsi qui per dedicarsi all’attività venatoria. Di fatto Alberobello era la sua residenza estiva, un pò come, analogamente, Castel del Monte era il rifugio estivo di Federico II di Svevia. E fu proprio GianGirolamo Acquaviva conte di Conversano ad dare l’input per l’edificazione e l’urbanizzazione di Alberobello. Egli concesse speciali franchigie a chi volesse spostarsi dai paesi limitrofi verso l’odierna Alberobello al fine di bonificarne le terre e coltivarle ma, per eludere i controlli dei Vicerè Spagnoli, fece edificare tutto (inclusi i trulli) senza l’uso di malta, affinchè fosse facile demolire il tutto in caso d’emergenza. Per edificare un centro abitato, infatti, era necessario avere i dovuti permessi, ed era altresì necessario pagare una serie di tasse ben specifiche per ogni edificio costruito.
  • Trullo Sovrano: stupendo, a due piani, arredato al suo interno con oggetti ed arredi di un tempo. Ci aiuta a riscoprire lo stile di vita e le abitudini dei nostri avi.
  • Basilica di SS. Cosma e Damiano, vale la pena una visita, ed è proprio dietro il trullo Sovrano. La basilica fu voluta proprio da Giangirolamo, che era paticolarmente devoto a questi santi, in quanto la moglie aveva ricevuto una grazia proprio da Cosma e Damiano ed aveva dato alla luce un primogenito maschio.
  • Chiesa e parrocchia di S. Antonio da Padova: è quella che vi mostriamo nell’immagine. Il tetto è tipicamente un richiamo ai trulli, mentre l’interno è singolare in quanto a croce greca. Risale al 1927 dunque è piuttosto recente. Dal 1952 è gestita dai preti guanelliani (un ordine fondato da Don Guanella).

Abbiamo dunque introdotto brevemente i due rioni di Alberobello e visto cosa è possibile visionare in ciascuno di essi.


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Ilaria Scremin