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Residenza di caccia ma non solo: il Castello di Gravina

Due parole sulla passione di Federico II per la falconeria e l’ornitologia

Il castello di Gravina fu fatto edificare da Federico II di Svevia come residenza di caccia. Come tutti sapete, amava molto la caccia, ed in particolare quella con gli uccelli. Non a caso, Federico II di Svevia è l’autore di un trattato, De Arte Venandi Cum Avibus, ovvero Dell’arte di cacciare con gli uccelli. Non solo egli amava cacciare con gli uccelli, ma anche osservare le abitudini di tali volatili. Il trattato include la summa di anni ed anni di studi, di osservazioni e di ricerche sul tema. Prima del trattato sulla falconeria scritto da Federico II, esistevano già dei trattati simili, ma in arabo ed in francese antico. Oltre, naturalmente, ad alcuni testi a cura di Aristotele. Il trattato di Federico II non ha piglio compilativo, ma è una vera e propria indagine in materia di falconeria e, più in generale, di ornitologia. Ad indurre il sovrano a redigere in trattato fu il figlio Manfredi, e l’opera si compone di ben 6 volumi, che rappresentano una vera e propria pietra miliare sul tema, oltre che un lascito di grande valore viste le innumerevoli e pregevoli miniature in esso contenute.

Il Castello di Gravina, ovvero un “parco cinto di mura per uccellagioni”

Come detto, dunque, il Castello di Gravina era una residenza pensata per le attività venatorie, così come testimoniato da diversi studiosi e ricercatori, tra cui l’illustre Vasari, che sicuramente conoscete in quanto autore delle Vite. Egli definì il castello come un parco cinto di mura per uccellagioni. Una definizione che non lascia spazio all’immaginazione.

Forma, aspetto e struttura architettonica del castello

Il castello si sviluppa su un’area dalla forma rettangolare di poco più di 58 metri per 29. Nella sua versione originale, il castello includeva 4 torri piuttosto maestose, diversi ambienti sotterranei ed era strutturato su tre piani. Presentava una corte interna, dalla quale si poteva accedere alle scuderie, ai magazzini, a tinelli vari ed alle cucine. Tramite un’imponente scalinata si giungeva ad altre tipologie di ambienti, pensati per la falconeria e per il personale di servizio. Al piano superiore vi erano invece gli alloggi imperiali, finemente decorati. Attraverso le bifore del piano superiore, è ancora possibile apprezzare un’eccellente vista del territorio circostante, sia sul versante delle Murge che sul versante degli Appennini Lucani. Non si dimentichi che Federico II amava edificare le sue residenze di caccia in luoghi aventi una posizione strategica, centrale e dominante sui territori che amava maggiormente per la caccia.


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Ilaria Scremin