La DOC è del 1974. Il decreto dice che deve essere ottenuto da queste uve: Uva di Troia per almeno il 55%, Negroamaro dal 15% al 30%, Sangiovese, Barbera, Montepulciano Malbeck e Trebbiano toscano fino al 15%, da soli o congiuntamente. I vigneti di provenienza devono essere nell’intero territorio dei comuni di Cerignola, Stornara e Stornarella, e nelle isole amministrative del comune di Ascoli Satriano con esclusione di quei terreni eccessivamente umidi ed argillosi. L’unica preparazione ammessa è il rosso. La dicitura “riserva” va solo al vino invecchiato per almeno due anni in botti di legno ed abbia una gradazione di almeno 13 gradi.
A tavola il Rosso di Cerignola deve avere queste caratteristiche: il colore deve risultare di un bel rosso rubino che tende al rosso mattone nel coso di vino invecchiato, l’odore deve essere vinoso, alcolico e gradevole, il sapore asciutto, tannico, sapido ed armonico con un retrogusto gradevolmente amarognolo. 12 i gradi minimi di alcool, almeno 13 nel tipo “riserva”. Va bevuto ad una temperatura di 16-18°C in un bicchiere del tipo tulipano (del tipo “panciuto” per il “riserva”).
L’abbinamento gastronomico è con i nostri tradizionali piatti di pastasciutta al ragù a base di carne, o con bolliti di carne mista o bianca, con umidi leggeri e formaggi di media stagionatura; il tipo “riserva” si lega bene con arrosti di carni rosse, stufati, selvaggina e formaggio dal sapore forte e stagionato.