castello di lucera - Laterradipuglia.it

Il castello di Lucera si trova sulla sommità pianeggiante di Colle Albano, in località Lucera. La posizione è davvero incantevole e da lì è possibile ammirare in tutta la sua vastità e bellezza il territorio circostante, ovvero il Tavoliere delle Puglie. Se vi recate in questa zona, scoprirete che oltre al castello Svevo potrete visionare innumerevoli resti di origine ben più antica. Non a caso, si tratta di un sito archeologico particolarmente rilevante per la zona. Ma torniamo al castello di Lucera. Fu edificato per volere di Federico II di Svevia intorno al 1233 come residenza imperiale, dunque come palatium. Il castello passò poi nelle mani di Carlo I D’Angiò dopo la morte di Federico II.

La deportazione dei Saraceni dalla Sicilia a Lucera

Il castello sorge al centro di Lucera, che ai tempi di Federico II fu, di fatto, un insediamento musulmano. Il motivo è presto detto: l’Imperatore del Sacro Romano Impero fece deportare i Saraceni dalla Sicilia verso Lucera. Storicamente accadde che Ruggero I d’Altavilla sbarcò in Sicilia circa un secolo prima dell’edificazione di questo castello, e vi trovò una forte presenza araba, con la quale convivere si rivelò ben presto difficile. Nasceva dunque questo Regno di Sicilia, basato sulla convivenza tra ebrei, arabi, cristiani. Con l’ascesa al trono di Federico II di Svevia, figlio di Costanza d’Altavilla, quesa difficile e multiculturale convivenza non assunse contorni più facili. Questo accadde perchè il sovrano dovette imporre una serie di aliquote non sempre gradite alle minoranze presenti sull’isola. Peraltro, alcune minoranze islamiche non convertite al cristianesimo, sognavano di riprendere il controllo della Sicilia. Insomma, alla fine l’imperatore si decise a espellere i musulmani dalla Sicilia, suddividendoli e cercando di integrarli diversamente nell’Italia continentale. Una delle mete prescelte per questo scopo fu appunto Lucera, mentre altri furono spostati in Calabria e in Basilicata. A Lucera tuttavia le cose non andarono molto bene. I musulmani, irritati dalla deportazione e poco disposti a farsi sottomettere, diedero vita in più di una occasione a sommosse e proteste di vario genere, e non fu infrequente l’intervento da parte dell’esercito. L’insediamento saraceno fu poi dismesso da Carlo d’Angiò, che come ricordate nella battaglia di Benevento sconfisse Manfredi e prese le redini dell’Impero di Sicilia, grazie al beneplacito di papa Clemente IV.

I musulmani a Lucera

I musulmani residenti a Lucera potevano praticare i mestieri e le arti che gli erano maggiormente congeniali, tra cui l’agricoltura, ma anche l’arte e la medicina. Tuttavia, erano fortemente tassati. Si pensi che il 10% dei loro introiti doveva essere versato alla corona imperiale. E non solo. Durante tutta la loro permanenza in Puglia, diversi frati domenicani furono inviati al fine di convertirli, ma senza alcun successo. Molti musulmani erano inoltre soldati, e lavoravano per l’Imperatore. Non a caso, il Castello di Lucera era una fortezza di tipo militare.

Aspetto ed architettura del Castello di Lucera

Il castello di Lucera aveva base quadrata ed era strutturato su tre piani di altezza. Al centro vi era un cortile, anch’esso di forma quadrata. Al terzo piano, questo cortile aveva invece una forma ottagonale, che ricorda chiaramente la forma di Castel del Monte. Studiosi e ricercatori non hanno ancora individuato con precisione il portone di ingresso del palatium, cosa che non fa altro che confermare la forte esigenza difensiva della struttura, che sembrava dunque, di fatto, totalmente inespugnabile. Alcuni studiosi hanno addirittura ipotizzato che l’accesso fosse possibile solamente per via sotterranea. Molto ampia è la cinta muraria, che si snoda lungo tutta la collina attorno ed al di sotto del castello per una lunghezza di oltre novecento metri. Le mura presentano 13 torri di forma quadrata e due di forma cilindrica, 2 bastioni e 7 contrafforti, oltre a 4 porte d’accesso. In epoca angioina la roccaforte fu trasformata in una classica cittadella medioevale.


author avatar
Ilaria Scremin