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photo by pugliamuchmore

Lo splendore delle gravine di Puglia

È impossibile parlare del territorio della Puglia senza riuscire mai, almeno per una volta, focalizzare la propria attenzione su qualche cosa di splendido ed unico come sono le gravine: collocate nell’area della Murgia, queste formazioni rocciose carsiche sono frutto dell’erosione, e raggiungono spesso anche una profondità che va oltre i 100 metri, dando loro un aspetto che per certi versi può anche ricordare da vicino quello di un canyon.

A seconda di quanto sia stata costante e ravvicinata l’azione dell’erosione, la gravina può raggiungere un’ampiezza molto differente, che varia tra circa una decina a un paio di centinaia di metri, creando un effetto spettacolare, che soprattutto nell’area dell’Altopiano delle Murge raggiunge una dimensione quasi mistica, che alla sola vista regalano mille emozioni differenti e fanno viaggiare la mente alla scoperta di un passato molto lontano.

Se alle volte è possibile scorgere anche qualche ruscello all’interno delle gravine, lo stesso, in caso di piogge può diventare invece un torrente, capace di lavorare ulteriormente il terreno, magari dando vita anche a delle lame, che sono il risultato di un lavorio menso intenso e profondo dell’erosione, e spesso si trovano più che altro all’inizio o alla fine di una gravina, dove contribuiscono a creare insolite e spettacolari geometrie.

Anche in ragione del fatto che quest’area delle gravine presenta acqua, non è difficile notare tra le diverse formazioni geologiche presenti, anche le testimonianze di un passato in cui l’uomo, proprio in ragione dell’approvvigionamento idrico, frequentava regolarmente questi luoghi, lasciando in alcuni casi delle incisioni rupestri o, perché no, anche delle aperture per creare delle grotte utili appunto a creare insediamenti praticabili.

In effetti, anche in ragione delle condizioni climatiche che venivano a crearsi all’interno delle stesse gravine, non è raro trovare i resti di abitazioni che sono databili in maniera approssimativa anche al periodo del Neolitico. Le migliori testimonianze di queste strutture si possono trovare tra Ginosa, Laterza e Gravina, dove sono stati creati dei veri e propri villaggi rupestri, con tanto di terrazzamenti per le attività agricole.

Le gravine dell’Arco Ionico

Vediamo ora nel dettaglio come sono caratterizzate le singole gravine presenti in quest’area.

A Laterza, per esempio, si trova il più vasto canyon europeo, che è stato nel frattempo anche dichiarato oasi naturale protetta, l’oasi Lipu: in quest’angolo di Puglia, la quiete del luogo può essere turbata soltanto dallo stridulo verso di una poiana.

A Grottaglie, invece, si trovano delle gravine profonde circa 40 metri, arricchite dalla presenza di diverse cripte, tra le quali, quella più conosciuta è sicuramente la Gravina di Riggio.

A Petruscio di Mottola, invece, si trova una gravina nella quale è presente una sorta di rete di grotte comunicanti tra di loro, che sono state scavate all’interno della formazione rocciosa. In questo luogo, si trova invece la cripta di San Nicola, come del resto altre tre chiese rupestri.

A Massafra, invece, si trova la gravina di San Marco, che idealmente divide in due la cittadina: è definita la Tebaide italiana, proprio per il fatto che al suo interno si trovano tante grotte. Come non ricordare, poi, la presenza di tante cripte dedicate alla conservazione di erbe medicinali, nonché la presenza delle chiese di Santa Marina, San Marco e la Cripta della Candelora.

A Ginosa, invece, si trova una Gravina molto particolare, che circonda il centro storico con due serie distinte di insediamenti rupestri, tra il rione Casale e Rivolta. Il primo è definito un universo di pietra, danneggiato dal terremoto del 1857, ma che conserva oggi la Chiesa di San Vito, Santa Domenica e San Leonardo.

Il rione Rivolta, invece, è un villaggio trogloditico, in cui si trovano 66 grotte suddivise su 5 piani, comunicanti tra di loro con una rete di scale e sentieri. In questo luogo, si trovano le chiese di Santa Barbara e Santa Sofia. Vi lasciamo quindi con un’altra interessante immagine che vi può offrire uno spunto di riflessione in più sulla bellezza delle gravine di Puglia, che non dovrete farvi sfuggire durante una vacanza in loco.

Le Gravine di Puglia
Le Gravine di Puglia

One Response to "Le Gravine: la “miniera d’oro” della Puglia"

  1. Antonio  22 Luglio 2019

    Bellissimo articolo.
    Unica pecca è che non avete citato Castellaneta con le sue nove gravine, tra cui la più ampia, con i suoi molteplici insediamenti rupestri, vere e proprie laure che hanno visto fiorire nei dintorni chiese grotta tutt’ora affrescate meta dei pellegrini in partenza o di ritorno dalla Terra Santa.

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