olio pugliese - Laterradipuglia.it

I consumatori di oggi sono sempre più consapevoli di ciò che mettono in tavola e per questo motivo oggi l’etichetta è diventata uno strumento imprescindibile per conoscere al meglio qualunque prodotto alimentare. Un discorso che interessa naturalmente anche l’olio pugliese, con particolare riferimento a quello extravergine di oliva. Oggi l’etichetta è, di fatto, una sorta di carta d’identità del prodotto, capace di aiutare il consumatore attento ad orientarsi nella scelta. Impariamo dunque insieme a leggere correttamente l’etichetta del nostro olio. 

La Puglia: leader indiscusso del comparto olivicolo italiano

Il turista che si reca per la prima volta in terra di Puglia noterà senza dubbio una lunga distesa di ulivi che dal Gargano si snoda sempre più a sud, attraverso le Murge sino ad arrivare in Salento. Un tratto paesaggistico che esercita un impatto notevole anche sull’economia delle regione. Non a caso, un terzo degli oliveti di tutta Italia si trova proprio in Puglia, e la regione produce il 37% della produzione di olio extravergine di oliva nazionale, e ben il 12% di quella mondiale. Un comparto che sicuramente ha sofferto la crisi dovuta alla Xylella, ma che oggi, grazie al nuovo cultivar Favolosa altamente resistente agli attacchi esterni e capace di dar vita ad un olio eccellente, dà grandi segni di ripresa. Detto questo, vediamo come acquistare il miglior olio pugliese per la propria tavola e per la propria famiglia.

Perchè è importante leggere l’etichetta, e come leggerla

Come detto, la produzione di olio pugliese e di olio extravergine pugliese, e soprattutto la vendita di olio pugliese è uno dei settori facenti capo al Made in Italy maggiormente soggetto a frodi. E’ dunque importante che il consumatore sappia leggere l’etichetta del prodotto.

Cosa troviamo dunque sull’etichetta

  1. La categoria merceologica: se è un Dop, un Igp, un Biologico, un olio extravergine, extravergine di oliva.
  2. Il nome del produttore, indirizzo, sede dello stabilimento e zona di produzione;
  3. La quantità di olio contenuta all’interno della lattina o bottiglia;
  4. Il numero del lotto, ovvero un numero che serve a identificare il gruppo di bottiglie o lattine prodotte nello stesso momento;
  5. La data di scadenza.

Tutto il resto è di fatto facoltativo, ma già le informazioni presenti sull’etichetta ci possono essere di grande aiuto per capire se stiamo acquistando, ad esempio, un olio vergine o extra vergine, se proviene per esempio dalla Daunia oppure dalla Terra d’Otranto, e così via. Scopriremo, mano a mano che apprendiamo informazioni, che i cultivar sono differenti, e con essi le caratteristiche organolettiche, i sapori, le possibilità di abbinamento.

Vuoi saperne di più?

Se hai qualche domanda specifica in merito ai cultivar, alle caratteristiche organolettiche e ai metodi di trasformazione dell’olio, non hai che da chiedere. Mandaci un messaggio e saremo lieti di darti tutte le delucidazioni del caso in merito all’olio pugliese.

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Marco
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