Il famoso Mosaico di Otranto, dove si descrive tutta la vita, opera d’arte e religiosa da non perdere.

mosaico di otrantoSe vi trovate in vacanza in Puglia ed in particolare in Salento, non potete esimervi dal fare una passeggiata nella bellissima cittadina di Otranto. Una perla d’arte e di storia adagiata placidamente su un mare cristallino, capace di offrire al suo visitatore relax, storia, intrattenimento e tanta buona gastronomia. Non ultimo, Otranto offre al turista anche la bellezza ineguagliabile di uno dei mosaici pavimentali più belli d’Italia: il mosaico della Cattedrale di Santa Maria Annunziata. Scopriamo assieme perché è così speciale ed interessante. 

Il Mosaico di Otranto: informazioni generali

Il mosaico di Otranto si trova, come detto, all’interno della Cattedrale di Santa Maria Annunziata. E’ collocato sull’intera superficie pavimentale della cattedrale, occupandone pertanto tutte le navate. Il suo autore è un monaco, chiamato Pantaleone. Quanto alla datazione, il mosaico ha preso vita tra il 1163 ed il 1165, in pieno Medioevo. Peraltro, nonostante l’incommensurabile pregio di questa straordinaria opera d’arte, il mosaico è interamente calpestabile ed è anche tutto sommato conservato bene, nonostante il passare dei secoli e dei visitatori. Non faticherete dunque ad osservarlo in tutta la sua bellezza semplicemente passeggiandovi sopra.

Che cosa è rappresentato nel mosaico di Otranto

Il mosaico di Otranto vuole rappresentare una summa di tutto il sapere medioevale in ambito teologico ma anche storico e culturale. Si tratta di un’opera davvero grandiosa e straordinaria, soprattutto se si considerano i tempi nei quali è stata realizzata. Il corpo centrale dell’opera raffigura l’albero della vita, sovrastato dall’immagine del peccato originale, ovvero del momento in cui Adamo ed Eva furono cacciati dal giardino dell’Eden. Ancora al di sopra, vi è un vero e proprio bestiario in pieno stile medioevale: 16 medaglioni raffiguranti figure mitiche ed animali dal significato allegorico. A sinistra vi si possono ammirare inferno e paradiso, e poi scendendo Noè e l’arca, la torre di Babele, Caino e Abele, ed altre raffigurazioni che non attingono a contenuti biblici, quali Re Artù ed i protagonisti del ciclo bretone ed Alessandro Magno, raffigurato nel celebre episodio della sua Ascensione, particolarmente noto in epoca medioevale grazie all’Alessandreide, celebre opera di Gautier De Chatillon. Nella parte bassa del mosaico vi è una rappresentazione del politeismo e del monoteismo.

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Stile e contenuti tra Romanico e Bizantino per un’opera d’arte unica nel suo genere

Lo stile narrativo usato da Pantaleone, che ha trasposto in immagine narrativa molti episodi del Vecchio Testamento, mostra riferimenti sia all’arte Romanica quanto a quella Bizantina. Non si dimentichi che furono proprio i Bizantini ad essere veri e propri maestri in fatto di creazione di mosaici, dei quali trovate mirabili esempi a Venezia nella Basilica di San Marco ma anche a Ravenna ed Aquileia.

Insomma, tra rappresentazioni religiose ed allegoriche, questo mosaico è davvero una mirabile summa dei saperi Medioevali, con riferimenti culturali ma anche omaggi ed incursioni nel mondo delle altre religioni, segno della multiculturalità e dell’apertura mentale di una città storicamente propensa, in virtù della sua posizione geografica, a vivere il contatto ed a subire l’influenza di molte altre culture poste anche ben al di là del mare. 

Da non perdere anche la Cripta

Naturalmente non potete esimervi dal visitare anche la Cripta. Se siete stati a Cordoba ed avete avuto modo di visitare la sua stupenda Moschea, sicuramente avrete una sorta di deja vu, ma molto più in piccolo. Fatto sta che la cripta, risalente all’XI secolo, è davvero un luogo unico e magico, dove potrete respirare tracce di storia e spiritualità mai sopita.

Le teche contenenti i Teschi dei Martiri di Otranto

Infine, prima di congedarvi da questa Cattedrale così ricca di storie da esibire e da narrare, soffermatevi davanti alle teche contenente i Teschi degli ottocento Martiri d’Otranto che, il 14 agosto 1480, difesero la città dall’assalto dei Turchi rifiutando categoricamente la conversione e pagando il loro gesto con la decapitazione.

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