pasticciotto leccese - La Terra di Puglia

Il pasticciotto leccese è un dolcetto tipico salentino che in realtà di leccese ha ben poco, visto che fu inventato a Galatina. Ad inventarlo fu un’antica famiglia di Galatina, la famiglia Ascalone. Scopriamo la suggestiva storia di questo delizioso dolce salentino ormai protagonista di tutte le colazioni del tacco d’Italia.

Cos’è il pasticciotto leccese?

Il pasticciotto leccese è un dolcetto di forma ovoidale – preparato in appositi stampini di rame – fatto di pasta frolla farcita di crema pasticcera. Una sorta di crostatina chiusa alla crema, insomma. Un piccolo boccone davvero delizioso ed irresistibile. Lo trovate oggi in tutte le pasticcerie ed i bar del Salento in quanto si tratta di una tradizione antica – quella del caffè e pasticciotto – che difficilmente da queste parti cadrà in disuso. I più fantasiosi lo preparano con l’aggiunta di creme differenti, come crema al cioccolato, alla Nutella, o con l’aggiunta di amarene (una variante già più classica). Ma se non avete mai provato un pasticciotto, il consiglio è quello di provare il classico alla crema.

Chi ha inventato il pasticciotto dunque?

Ad inventare il pasticciotto fu inconfutabilmente un pasticcere di Galatina, tale Nicola Ascalone, nel 1745. Era Giugno e la festa patronale di San Pietro e Paolo si avvicinava sempre di più. Per l’occasione, come ogni anno, il paese si sarebbe notevolmente movimentato e sarebbero giunte nei paraggi della Chiesa Madre frotte di tarantate lì sospinte nella speranza di ricevere, per intercessione dei patroni, una guarigione miracolosa. Insomma, tra tarantate e forestieri, l’occasione di vendere dolci era ghiotta. Il pasticcere decise dunque di inventare qualcosa di unico e speciale, da proporre e vendere in abbondanza ai forestieri giunti per la festa patronale. Quel giorno si trovò tra le mani dei ritagli di pasta frolla avanzati durante le lavorazioni precedenti. Ebbe così l’idea di creare piccole formine di rame dove preparare delle mini tortine farcite alla crema. Nasceva così il pasticciotto.

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Curiosità sulla pasticceria e…sul pasticcere

Oggi la pasticceria Ascalone si trova ancora nella sua sede storica, a due passi dalla Chiesa Madre, in virtù di un contratto di locazione stipulato dai loro avi ed ancora in vigore. A guidarla sono i figli di Andrea Ascalone, scomparso nel 2015, conosciuto in paese per la sua grandissima passione per il pasticciotto. Non era inusuale vederlo agitarsi di fronte ad un vassoio (una guantiera, come lì si usa dire) di pasticciotti maneggiato incautamente, e si dice che lo stesso Pontefice Giovanni Paolo II sia rimasto veramente conquistato dal pasticciotto leccese di Ascalone. A tal punto che il sig. Andrea avrebbe successivamente preso l’automobile alle 6 di mattina per recarsi all’aeroporto di Brindisi a far recapitare personalmente al Pontefice in partenza un vassoio di pasticciotti appena sfornati.

I segreti della ricetta tradizionale del pasticciotto

Tra i segreti che la famiglia Ascalone custodisce, troviamo indubbiamente la presenza dello strutto anzichè del burro nella frolla, e l’aggiunta di un pizzico di ammoniaca nell’impasto. Per altre curiosità e per conoscere il vero pasticciotto, non vi resta che fare un giro in pasticceria.


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Ilaria Scremin
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