il diavolo e le puccette dell'immacolata - Laterradipuglia.it

Raccontiamo oggi una leggenda salentina molto suggestiva che ha luogo proprio in occasione dell’Immacolata Concezione e che vede come protagonista un ardito giovane ed una cesta colma di deliziose puccette. 

Dovete sapere che in quel di Martignano era usanza organizzare una scampagnata in occasione della Vigilia dell’Immacolata Concezione. Sottobraccio, una grande cesta, stracolma di deliziose puccette dell’Immacolata, ancora calde calde. Sono quei sapori di Puglia che ancora oggi si gustano tutti gli anni in occasione della Vigilia dell’Immacolata Concezione. Ma torniamo a noi. La macchia mediterranea, sempre verdeggiante e profumata anche a ridosso dell’inverno, faceva da sfondo a questa tradizionale scampagnata fuori porta. La zona, sempre la stessa, una serra situata ai piedi di una piccola altura che gli abitanti di Martignano chiamavano “la seggia te lu tiaulu”. Un’altura che dominava il paesaggio circostante offrendo un panorama davvero incantevole.

Insomma, accadde che un gruppetto di giovani si diresse verso la serra in questione per il “pic nic” dell’Immacolata. Dopo mangiato, uno di essi, mosso dal desiderio di distinguersi dagli altri, di dimostrare il suo valore e perché no, di trovare in questo modo una fidanzata, si inerpicò su per l’altura del Diavolo. L’obiettivo era proprio sfidare il Diavolo.

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Fu così che il giovane si incamminò su per l’altura…

Tutti sapevano che il sentiero che conduceva alla sommità del rilievo era pieno di rovi e sterpaglie e che tutta l’area era infestata di lupi e animali selvatici e pericolosi, ma il giovane non volle sentire ragioni. Giunto sulla sommità dell’altura, il giovane martignanese fu molto soddisfatto. E dichiarò, a voce alta: “E chi è più forte di me? Nessuno, nemmeno il Diavolo!” Il Diavolo però era proprio lì vicino, in un angolo ombroso, intento ad osservarlo. Udite queste parole, si manifestò, e replicò inacidito: “Come osi sfidare il Diavolo?”

Come osi sfidare il Diavolo?

Il giovane dapprima fu molto intimorito dall’orrenda figura che gli si parò davanti: il Diavolo aveva sembianze di satiro, indossava una tunica nera, aveva il volto distorto dal Male e sulla testa sfoggiava due minacciose quanto imponenti corna d’ariete. Ma dopo lo sgomento iniziale, non si perse d’animo e decise di affrontarlo, dicendo “Signor Diavolo avrei desiderio di sedermi sulla tua bella seggiola”. Il Diavolo, che come sapete ama cedere alle lusinghe, acconsentì, a patto di avere in cambio il ricco paniere che il giovane aveva con sé. Anche il giovane a sua volta acconsentì, dicendo: “Certo, ti darò il paniere, ma devi prima indovinare cosa contiene”. Il Diavolo rispose prontamente e senza esitazione, mosso dalla fame e dall’ingordigia: “Un’arancia, due alici e una puccetta dell’Imm…..” e a quel punto si fermò a metà parola. Stava per pronunciare il nome della sua acerrima nemica, la Madonna! “Puccia dell’Immacolata!”, gridò dunque il giovane. E non appena la Vergine fu nominata, il Diavolo fu inghiottito in una profonda voragine che si aprì al di sotto dei suoi piedi.

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Del Diavolo non si seppe più nulla, se non che ancora oggi, secondo diceria popolare, nelle notti in cui la luna è piena, qualcuno lo senta maledire il giovane che l’ha tratto in inganno ed i panetti dell’Immacolata. 


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Ilaria Scremin