olio in scadenza - Laterradipuglia.it

Anche l’olio, così come tutti gli altri alimenti, tende ad andare incontro a dei cambiamenti con il passare del tempo. Alcuni alimenti, come il vino o i formaggi stagionati o ancora gli insaccati, traggono beneficio dal tempo che avanza. Altri no. Tra questi vi è l’olio. Tuttavia, si tratta di un alimento che non si degrada repentinamente. Scopriamo dunque cosa si intende per olio in scadenza, e se si può consumare.

Regola numero 1: leggere attentamente l’etichetta

Non ci stancheremo mai di ripetere che leggere l’etichetta dell’olio è fondamentale per comprendere che tipo di prodotto si va ad acquistare. E, in questo caso, per capire se l’olio è in scadenza o meno. Sull’etichetta infatti troverete tutte le indicazioni circa la tipologia di olio presente nella bottiglia o nella lattina, ma anche la data della campagna olearia di produzione. Solitamente, si considera olio in scadenza quello avente un’età di 12 – 18 mesi. La legge prevede che la data di scadenza indicata sull’etichetta si riferisca ai 18 mesi dall’imbottigliamento.

L’olio in scadenza fa male alla salute?

Come detto, possiamo considerare un olio prossimo alla scadenza dopo i 12-18 mesi dalla sua molitura. Questo non ne fa tuttavia un alimento immangiabile o pericoloso per la salute. Solamente, tenderà a perdere alcune delle sue proprietà organolettiche. Se avrete conservato bene l’olio, questo degrado avverrà più lentamente, altrimenti in modo leggermente più celere. Cosa intendiamo per conservare? Se avete travasato l’olio in una oliera, considerate che questo entrerà a contatto con l’aria, che non farà altro che accelerare il degrado del prodotto. Peraltro, come sapete l’olio assorbe gli odori. Non a caso nei ristoranti è obbligatorio per legge il tappo antirabbocco, che mantiene l’olio “al sicuro” nella bottiglia, al riparo da contaminazioni.

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L’olio in scadenza o scaduto fa i “pallini bianchi”?

Capita di trovare nell’olio degli strani pallini bianchi e di vedere che cambia consistenza. Non si tratta di un processo legato all’invecchiamento dell’olio, ma bensì alla temperatura alla quale l’abbiamo conservato. L’olio di oliva tenuto al di sotto dei 10 gradi tende infatti a solidificare ed a cristallizzarsi. Un processo che si può invertire riportandolo ad una temperatura intorno ai 18 gradi, ma si tenga presente che gli sbalzi termici, al di là del periodo d’età dell’olio, tendono a privarlo delle sue proprietà. Analogamente, anche tenere l’olio al caldo non va bene, dunque, per esempio, non tenete la bottiglia vicino ai fornelli. Comunque, per rispondere alla domanda iniziale, l’olio con i pallini bianchi non è un olio in scadenza o scaduto, è semplicemente un olio che è stato tenuto ad una temperatura sbagliata.

 


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Ilaria Scremin