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Ilva di Taranto, gli sviluppi degli ultimi giorni

In Puglia, la questione del polo dell’acciaio continua a far discutere, come ad esempio con la questione delle emissioni odorigene e il rischio di abolizione di controlli dell’ARPA, a causa della revisione della legge regionale: e l’agenzia per l’ambiente, si oppone in tutti i modi a questa scelta, sottolineando come questi controlli vengano anche usati nell’ambito di AIA e VIA. D’altro canto, la procura tarantina ha richiesto il rinvio a giudizio del presidente Vendola, con accuse relative a presunte pressioni svolte sul direttore dell’ARPA per evitare che quest’ultima mantenesse la sua posizione intransigente all’indirizzo dell’Ilva. E per concludere, sempre dalla stessa procura, potrebbe essere aperta una nuova inchiesta sui morti a causa di tumori riconducibili alle attività svolte in loco dall’acciaieria.

Il decreto per l’ILVA è ora legge

Dal canto suo, il parlamento ora ha convertito in legge il decreto per l’Ilva, che mira essenzialmente ad estendere le norme sull’amministrazione straordinaria anche ad aziende la cui rilevanza dal punto di vista industriale sia indiscutibile, o ancora, un fondo di 35 milioni per favorire l’apertura di linee di credito alle PMI che lavorano con l’Ilva. Saranno erogati fino a 400 milioni per migliorare lavoro, formazione, sviluppo, ambiente con la garanzia dello stato. Il sequestro di 1 miliardo e 200 milioni della famiglia Riva, relativo alle indagini di natura fiscale e valutaria, servirà al ripristino ambientale. Un fondo di 10 milioni è invece destinato a mettere in sicurezza e a gestire rifiuti pericolosi presenti all’ex Cemerad. La regione riceverà sull’arco di due anni 5 milioni di euro per potenziare la sua offerta nell’ambito oncologico in provincia di Taranto.

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