Informazioni e curiosità sui trulli di Alberobello

Sei sul sito la Terra di Puglia dove trovi  una nutrita serie di informazioni sui Trulli di Alberobello. Oggi i trulli di Alberobello sono circa un migliaio, vincolati come monumento nazionale dal 1930 e di recente entrati a far parte del patrimonio mondiale dell’UNESCO. L’immagine del trullo, costruzione rurale senza tempo, e da sempre associata alla Puglia come una delle espressioni più tipiche della sua anima contadina. Popola le province di Bari, Brindisi e Taranto, trovando la consacrazione assoluta e monumentale nella città di Alberobello, da poco entrata a far parte del patrimonio dell’umanita tutelato dall’Unesco. A vederli da lontano hanno l’apparenza di tende pietrificate nella campagna, addensate in alcune zone a tal punto da credere che si tratti di una visione fiabesca.

I trulli, una storia antichissima per queste straordinarie costruzioni rurali

trulli di alberobello

La storia del trulli risale alla notte dei tempi, ma facciamo un passo indietro e spieghiamo cosa sono questi strani edifici tondeggianti con il tetto a punta. Si tratta di edifici costruiti abilmente senza l’uso di malta, ma solamente andando ad incastrare tra di loro pietre calcaree locali, le cosiddette “chianche”. Anche se, come vedremo tra poco, la storia dei trulli è ben più antica, dovete sapere che, costruendo a secco, veniva molto comodo anche abbattere il trullo, qualora un ispettore del Regno di Napoli decidesse di compiere una ispezione e di esigere i tributi relativi all’insediamento abitativo. Se compariva un incaricato insomma, un bel colpo al trullo e questo, come per magia, cadeva a terra in mille pezzi.

Breve storia del trulli (e qualche curiosità)

Abbiamo parlato brevemente del Regno di Napoli e dell’esigenza dei coloni di “disintegrare” il trullo a fronte del rischio di dovervi pagare le imposte! Eppure i primi trulli sembra che siano stati costruiti molto molto prima, dagli abitanti preistorici della zona, che, a quanto sembra, li utilizzavano anche per tumulare i loro defunti. I paleo trulli, se così possiamo chiamarli, si chiamavano “tholos”. Ad ogni modo, in questo suggestivo angolo di Puglia tra la Val D’Itria e le Murge costruire abitazioni a secco è sempre stata consuetudine comune. I primi trulli come li conosciamo noi oggi pare risalgano all’Alto Medioevo, ma poi, con l’avvento dei Borboni la zona si è notevolmente popolata e ne sono stati costruiti molti altri, sino ad arrivare ad una fitta trama di trulli proprio nella cittadina di Alberobello.

Alberobello la Storia

Alberobello, la città fatta di trulli, occupa un terreno fortemente sottoposto all’azione erosiva delle acque meteoriche, tanto in superficie quanto in profondità; le rocce calcaree stratificate offrono cosi il materiale da costruzione che contraddistingue non solo l’immagine della città ma l’intero territorio, abitato sin dal secolo XV da coloni cui il signore del luogo affidava la terra affinché fosse bonificata e coltivata.
Pare che le ragioni storiche del trullo come costruzione a secco siano da ricondurre all’abuso di potere con il quale il feudatario poteva a suo piacimento allontanare il colono dalla terra senza riconoscergli alcun diritto, primo fra tutti quello di essere “cittadino”, se si pensa che agli inizi del seicento i diversi nuclei familiari che si erano stabiliti nel territorio di Alberobello – attirati anche dalle franchigie concesse dai conti di Conversano, nello specifico di Andrea Matteo III Acquaviva d’Aragona, figlio di Giulio Antonio Acquaviva, il famoso Cavaliere senza testa caduto in battaglia durante i fatti relativi alla presa di Otranto da parte dei Turchi del 1480 – risultavano a tutti gli effetti abitanti della vicina Noci.

La vera e propria urbanizzazione di Alberobello avvenne nel Seicento sotto Giangirolamo Acquaviva d’Aragona

Era nata una vera e propria comunità stabile tenuta in pugno dal conte Giangirolamo Acquaviva d’Aragona, successore di Andrea Matteo III, (spesso chiamato il Guercio delle Puglie in quanto aveva perso un occhio in battaglia), in aperta violazione alla prammatica che vietava ai feudatari di costruire, senza il permesso del re, nuove città. Giangirolamo cominciò di fatto ad urbanizzare l’area, sempre edificando senza l’uso di malta, costruendo un oratorio, un refettorio e poi via via altre strutture come locande ed altro, ed inviando sempre più famiglie in loco, provenienti dalle vicine Noci e Martina Franca, a bonificare la zona e lavorare le terre, senza di fatto edificare alcun centro abitato. Un espediente brillante ed intelligente, che durò fino al 1727, quando Ferdinando IV di Borbone diede al villaggio lo status di città regia, liberando di fatto Alberobello dal giogo del feudalesimo.

Non solo Alberobello

Tutta l’area geografica attorno ad Alberobello è caratterizzata, come Alberobello stessa, dalla massiccia presenza di trulli, che ne definiscono il paesaggio in modo assolutamente unico nel suo genere. Fanno parte della cosiddetta “riviera dei Trulli”, situata dunque nelle Murge brindisine e nell’alto Salento:

  • Carovigno
  • Ceglie Messapica
  • Fasano
  • Castellana Grotte
  • Ostuni
  • San Michele Salentino
  • San Vito dei Normanni
  • Villa Castelli
  • Cisternino
  • Locorotondo

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