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La leggenda che stiamo per narrarvi ha luogo in quel di Nardò, splendida cittadina del basso Salento. E prende le mossa dalle fondamenta più profonde di palazzo del Prete. Vediamo cosa narra e perché è così singolare.

Palazzo del Prete si trova nel cuore della Nardò più antica ed autentica. Sotto di esso, si trovano ancora oggi le tracce di un antico castello normanno. Nel corso della storia, il palazzo fu anche convento dei Francescani e sembra che lo stesso San Francesco vi abbia soggiornato brevemente. Sfortunatamente, nel XII secolo la fortezza normanna fu distrutta da un violento terremoto. E cosa accadde allora? E’ proprio in occasione del terremoto che nacque la famosa leggenda, che ancora oggi a Nardò qualcuno conosce e racconta.

Insomma narra la leggenda che il terremoto avrebbe portato alla luce le fondamenta di palazzo Del Prete, scoperchiando secoli di storia rimasti sepolti a lungo sotto la famosa dimora nobiliare. Ebbene, i muratori chiamati a riparare i danni del palazzo trovarono, in profondità, la sepoltura di due sposi, corredata di una ricca dote: un vero e proprio tesoro. Un tesoro che ben presto si sarebbe dimostrato notevolmente irrequieto.

Un tesoretto per nulla tranquillo

La notizia del ritrovamento del tesoretto degli amanti fece presto il giro del paese, e al calar della notte già qualcuno aveva pensato bene di trafugare il prezioso bottino. Il giovane autore del furto pensava di essersi sistemato per bene con tutte quelle ricchezze. Ma non aveva calcolato un dettaglio: il tesoretto non trovava pace. Pianti, lamenti, gemiti, tremolii, quel mucchio di ricchezze sembrava prende vita notte dopo notte. E non dava tregua al giovane e alla sua famiglia.

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Preso dalla paura e dal pentimento, il giovane decise di condurre il maltolto in chiesa, di confessare e pentirsi una volta per tutte. E il parroco a cui fu chiesto di farsi carico del bottino non se lo fece ripetere due volte, convinto di aver vinto alla lotteria a sua volta.

Ma anche in chiesa il tesoretto cominciò misteriosamente ad agitarsi. Il prete dovette rinunciare a qualche notte di sonno, ma alla fine capì: quel tesoretto era destinato ad entrare in possesso di una giovane coppia di sposi, da proteggere dalla malasorte ed al fine di concedere loro il giusto benessere. Fu così che l’indomani il parroco condusse il tesoretto presso la dimora di una coppia di giovani sposi: una coppia mossa dall’amore sincero e genuino, non dall’avidità. E fu così che l’inquieto tesoretto di Nardò trovò finalmente pace.


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Ilaria Scremin