Il Salento: il tacco d’Italia in mezzo al mare
Il Salento è quella zona comunemente identificata come il Tacco d’Italia, ovvero quell’area geografica – una penisola a tutti gli effetti – che corrisponde all’estremità meridionale della regione Puglia, comprendente tutta la provincia di Lecce e qualche comune del brindisino e del tarantino.
Nonostante i salentini siano effettivamente pugliesi, essi presentano caratteristiche linguistiche e culturali profondamente differenti da quelle presenti nel resto della regione; le cause di questa diversità sono chiaramente da ricercarsi nell’evoluzione storica della penisola salentina, che per la sua singolare posizione geografica è sempre stata, dal punto di vista storico, un mondo a sè, spesso ignaro di quanto invece accadeva poco più a nord del Salento.
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Le origini del toponimo Salento
Riguardo le origini del toponimo Salento, le teorie sono differenti. Alcuni studiosi ritengono che il nome Salento derivi da sale, perchè la penisola è circondata dal mare; altri si riferiscono invece all’uso romano di chiamare gli abitanti delle paludi acquitrinose del tarantino “sallentini”; altri ancora ritengono che il toponimo Salento possa derivare dal nome di quei coloni cretesi che provenivano dalla città di Salenzia e che si stabilirono in queste terre. Infine, ritornando al concetto di mare, esiste una teoria che si riferisce ad un’alleanza che Cretesi, Locresi ed Illiri stipularono per il dominio della zona “in salo” cioè in mare.
Il clima del Salento
Essendo una penisola, il Salento presenta un clima è decisamente umido rispetto al resto della Puglia, che tra l’altro viene protetta dalla presenza dell’Appennino dai venti provenienti da ovest. Anche le precipitazioni sono maggiormente presenti rispetto al resto della regione; tuttavia, il maggior impatto dell’umidità si verifica a livello di temperature percepite, così che le estati risultano afose e gli inverni, nonostante le temperature non eccessivamente rigide, vengono percepiti come gelidi, soprattutto nei giorni in cui soffia vento forte.
Il paesaggio del Salento

Il Salento presenta un paesaggio piuttosto uniforme, con ampie distese di ulivi secolari, spettacolari per l’imponenza dei loro tronchi spesso nodosi e contorti. La terra e spettacolare, scura o rossa, intervallata qua e là da muretti a secco che delimitano le proprietà; sempre in pietra a secco è molto frequente vedere tipiche costruzioni utilizzate dai contadini per riporre gli attrezzi da lavoro e ripararsi in caso di maltempo: sono i furneddhi, chiamati anche pajare o caseddhi. Quanto agli edifici caratteristici, sono sa menzionare anche le masserie

Numerose sono le masserie fortificate risalenti per lo più al XVI, XVII e XVIII secolo. I paesi, in genere poco popolosi, hanno un aspetto orientaleggiante e sono caratterizzati dal bianco intenso delle costruzioni che li rende abbacinanti nelle giornate di sole. In un paesaggio orograficamente poco caratterizzato, essi spiccano quindi rispetto alla campagna, dominata dal colore rossiccio di un terreno dove è alta la presenza di ferro, a differenza della Puglia centro-settentrionale, dove invece questa colorazione sanguigna è molto più rara. Da un punto di vista cromatico, il mare del Salento assume una colorazione blu scuro se osservato dalla alte scogliere a strapiombo sul mar Adriatico, e più tenue ma vario nelle sue sfumature (verde smeraldo, verdino, celeste, ecc.) se osservato dalle spiagge sabbiose o dalle basse scogliere del mar Ionio. Lungo le coste di entrambi i mari, i centri abitati non sono numerosi; è però possibile ammirare le numerose ed antiche torri costiere di avvistamento, di forma quadrangolare o circolare, costruite nel corso dei secoli per difendersi dall’arrivo delle orde piratesche.
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