il castello aragonese, Taranto - Laterradipuglia.it

La città di Taranto porta ancora oggi le tracce di un passato ricchissimo di storia. Ne sono segno evidente e tangibile, solo per fare qualche esempio, le due colonne doriche che svettano e dominano il centro storico, come a ricordare al mondo moderno che la splendida città pugliese fu capitale della Magna Grecia. E ancora, l’appellativo di Città Spartana, in quanto a Taranto spetta il primato d’esser stata l’unica città fondata dagli spartani al di fuori del territorio della Grecia. E che dire, ancora, delle necropoli, dei tesori custoditi nel MarTa, dei famosi Ori di Taranto risalenti al IV-II sec a.C, della Tomba degli Atleti, che ci ricorda che gli atleti tarantini parteciparono alle Olimpiadi del V sec a.C. La città dei Due Mari insomma ha davvero tanto da raccontare, in virtù della sua posizione strategica affacciata sul mare ma al contempo protetta nel golfo omonimo e coccolata dai due mari – Mar Grande e Mar Piccolo – appunto.

Fondazione della città di Taranto

Garibaldi a Taranto alto

Come detto in apertura, Taranto fu fondata nell’VIII secolo a.C dagli Spartani con il nome di Taras. E’ una città che si differenzia da tutte le altre città della regione in virtù della sua origine e del fatto di essere stata annessa all’Impero Romano più tardi. Per molto tempo infatti Taranto fu capitale della Magna Grecia, importante porto mercantile nonchè potenza navale, punto di riferimento dell’impero ellenico al di fuori della Grecia e totalmente slegata rispetto a quanto invece accadeva nei territori dell’Impero Romano, con il quale aveva in essere un trattato di non belligeranza.

Vuole la tradizione dunque che la città sia stata fondata dagli spartani nel 706 a.C sulla base di quanto restava di un insediamento risalente all’età del bronzo. Secondo le fonti scritte, il fondatore fu Falanto, un giovane nobile che vi si trasferì con la famiglia ed altri compatrioti. Passarono diversi secoli dalla fondazione di Taranto sino alla sua annessione all’Impero Romano. Mentre Bari o Brindisi per esempio furono annesse all’Impero molto presto, Taranto mantenne la sua indipendenza per lungo tempo. Vi furono dei conflitti nei quali l’Impero Romano fu sconfitto, seguiti da un periodo di non belligeranza.

La storia di Falanto

Vuole la leggenda che Falanto prima di mettersi in viaggio consultò l’oracolo di Delfi, che gli predisse che avrebbe fondato una città quando si sarebbe trovato davanti ad un cielo azzurro e limpido dal quale tuttavia sarebbe scesa copiosa la pioggia. Il giovane non comprese le parole dell’oracolo e tuttavia partì. Giunto nel paraggi del fiume Tara, nella terra degli Iapigi, il giovane si trovò a dover affrontare un conflitto armato con le popolazioni locali, e ne uscì sconfitto. Stanco e desolato, posò la testa per riposare sul grembo della moglie, la quale pianse lacrime copiose sul volto del marito. La profezia dell’oracolo si era compiuta e Falanto capì che quello era il luogo dove avrebbe fondato una città.

Un’altra leggenda sulla fondazione di Taranto

Secondo un’altra leggenda Taras era il nome del fondatore di Taranto. Siamo circa 2mila anni prima della nascita di Cristo, e Taras era figlio di Poseidone, re del mare. Il fiume Taras dovrebbe dunque il suo nome proprio al suo omonimo fondatore, che giunse in città con una flotta e decise di fondarla, dedicandola alla madre e alla moglie. Sempre secondo la leggenda, un giorno Taras scomparve, lasciando il posto a nuove popolazioni, gli Arii, che scoprirono la zona ed il golfo giungendovi via mare. Trovandola accogliente e sicura, decisero di popolarla, edificandovi alcune palafitte per lo scopo.

Storia di Taranto durante l’età classica

Nel 500 a.C circa i Tarantini ritenendosi superiori dal punto di vista bellico attaccarono a più riprese i Messapi e i Peucezi, ma ne uscirono sempre sconfitti. Fu la fine dell’aristocrazia greca e l’inizio di un periodo democratico. Appartiene a questo secolo un interessante sviluppo urbanistico che vide l’edificazione di una cinta muraria e di un tempio dorico sull’acropoli, del quale oggi rimangono le due colonne citate in apertura. Durante il conflitto tra Sparta e Atene, pur non prendendovi parte direttamente, Taranto si schierò con Sparta, a tal punto da rifiutare ad alcune navi dirette in Sicilia l’approdo nel suo porto.

Taranto durante l’età ellenistica

Proseguiamo con la storia di Taranto affrontando l’età ellenistica. Durante l’età ellenistica Taranto si ricavò un ruolo di primo piano rispetto al territorio circostante e si occupò di costruire diversi avamposti militari a sostegno delle sue mire espansionistiche. I Messapi furono nuovamente attaccati, ma senza successo. Si dedicarono dunque a una nuova guerra contro i Sanniti, i Lucani e i Bruzi. Stavolta andò bene e Taranto riuscì ad espandersi nei territori circostanti. Ma i Lucani, preoccupati per l’eccessiva ambizione espansionistica di Taranto, chiesero aiuto a Roma, che decise di siglare un patto di non belligeranza. Un patto che ben presto colò a picco assieme ad alcune navi romane che avevano violato uno dei punti previsti dal patto, ovvero quello di non oltrepassare Capo Lacinio con le loro imbarcazioni. Poco contò il fatto che la presenza delle flotte romane era dovuta ad altri motivi: i Tarantini nutrivano così tanta antipatia verso Roma, le cui mire espansionistiche erano da sempre viste come una minaccia, che non esitarono ad imbracciare le armi. Seguì un lungo periodo durante il quale Taranto dovette affrontare diversi scontri con Roma, che si concluse con l’annessione della città pugliese a Roma. Taranto entrò dunque a far parte dell’Impero Romano, come mostra chiaramente il suo assetto urbanistico, la presenza di un acquedotto e di un anfiteatro.

Taranto Bizantina e Medioevale

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Com’è noto l’Impero Romano d’Occidente cadde nel 476 d.C, data in cui convenzionalmente si fa iniziare il Medioevo. Iniziava in quel momento la decadenza di Taranto, mentre invece Brindisi cresceva e sviluppava sempre di più il suo porto. Taranto fu successivamente conquistata dai Goti, dai Bizantini e dai Longobardi, nonchè tutte le incursioni saracene che come sappiamo interessarono ampiamente la regione. Finalmente, intorno all’anno Mille, Taranto fu annessa al Regno delle Due Sicilie e divenne quindi Normanna. In quel periodo la città partecipò alla prima crociata, senza particolare successo, mentre il vicino porto di Brindisi continuava la sua ascesa. Fu un periodo travagliato durante il quale la stabilità dei territori fu messa a repentaglio da alcuni dissidi nati in seno alla famiglia di Roberto il Guiscardo, il condottiero normanno che aveva conquistato Taranto ma che aveva avuto due figli maschi da mogli differenti, i quali poi si contesero lungamente il predominio del territorio.

Fu dunque la volta degli Svevi. La stori di  Taranto fu scritta dunque da Federico II di Svevia, che assegnò il compito di controllare la città al figlio Manfredi. Manfredi fu sconfitto da Carlo d’Angiò e la città divenne ben presto francese. E’ in questo periodo che venne fondata Martina Franca: i francesi concessero interessanti franchigie a chi volesse stabilirsi lì con la famiglia, cosa che non tardò ad avvenire.

Giungiamo al 1380 quando Raimondo Orsini del Balzo tornò dalle crociate e prese in mano il controllo dei territori, alleandosi dapprima con i francesi ed in seguito sposandosi con Maria D’Enghien, Contessa di Lecce. Una duplice manovra che gli consentì di controllare gran parte dei territori dell’estrema propaggine dell’odierna Puglia, facendo di fatto di lui un potentissimo feudatario. Titoli e possedimenti che poi passò in eredità al figlio,Giovanni Antonio Orsini dal Balzo

Taranto e l’età moderna

castello di taranto
photo by castelloaragonesetaranto.com

Durante l’età moderna, Taranto fu annesso dagli aragonesi al Regno di Napoli. Gli aragonesi costruirono un castello a scopo difensivo, viste le frequenti incursioni dei Turchi e dei Veneziani. Gli Aragonesi ebbero però non pochi scontri con i francesi, ma tuttavia alla fine Taranto cadde in modo definitivo sotto il controllo spagnolo. Risalgolno a questo periodo le innumerevoli torri di avvistamento edificate in città, volute a scopo difensivo dal momento che i Turchi continuavano a rappresentare una seria e concreta minaccia. Più tardi, nel Seicento, in occasione dei vicini moti di Napoli, in città scoppiò un’insurrezione, guidata da Giandonato Altamura, che tuttavia fu punito con l’impiccagione. Arriviamo al Settecento quando la Spagna è molto impegnata con le sue colonie oltreoceano e meno interessata a Taranto. Nel frattempo Napoli cadde in mano austriaca, ma fu subito conquistata dagli Spagnoli, che ristabilirono l’ordine ed il dominio su tutto il regno di Napoli con il sovrano Ferdinando IV.

Taranto dal periodo Napoleonico in poi

Durante il periodo napoleonico Taranto riacquisì il suo ruolo di potenza militare con una flotta navale importante. Nel 1861 la città fu annessa al Regno d’Italia. La città rivestì poi un ruolo di primo piano durante la Prima Guerra Mondiale: un’occasione economicamente interessante, vista la crisi del commercio dei mitili posta in essere dall’epidemia di colera sviluppatasi nel 1910. La città non visse propriamente la guerra ma fu piuttosto una base strategica per la partenza di navi verso il Mediterraneo. Con l’avvento del periodo fascista, Benito Mussolini fece apportare delle migliorie al cantiere navale e costruire un nuovo arsenale. Al termine della Seconda Guerra Mondiale, gli alleati presero momentaneamente il controllo della città.


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Ilaria Scremin