I ricci di mare, una leccornia in via di estinzione

Come saprete bene, i ricci di mare in Puglia sono una vera e propria leccornia, poiché si utilizzano per la preparazione di piatti di mare. Se siete stati almeno una volta in vacanza in Salento, vi sarà senz’altro capitato di passeggiare sul le coste ed osservare i pescatori pronti a venderli sul molo di San Foca o Porto Badisco. Questo frutto del mare si può gustare semplicemente da solo, come un ottimo antipasto, ma lo si può anche sfruttare nella preparazione di un piatto di pasta ai ricci di mare: vi basterà semplicemente far appassire in padella l’aglio con l’olio, sfumare con il vino bianco e poi scolare la pasta cotta in precedenza. Solo alla fine sarete pronti ad aggiungere la polpa dei ricci e saltare il tutto velocemente: ricordatevi, però, che quest’ultima non dovrà prendere eccessivo calore, altrimenti rischierete di stracuocere il riccio di mare.

Oggigiorno, però, sembra sempre di più concreta la diminuzione dei ricci di mare nelle nostre acque del Mediterraneo. Il Paracentotus lividus, nome scientifico del riccio di mare che troviamo comunemente nel Mar Mediterraneo, è in pericolo di vita: purtroppo, a darne l’annuncio è stato proprio uno studio scientifico condotto dagli studiosi dell’istituto di ricerca oceanografia e limnologica di Israele. Sulla rivista scientifica “Acquaculture” è uscito un articolo – proprio qualche giorno fa – in cui lo studioso Erez Yeruham ha rivelato questa notizia scioccante. Stando a quanto si legge nell’approfondimento, già a largo di Israele e del Libano vi sono gravi problemi, giacché i ricci di mare sono quasi completamente scomparsi. In Turchia, poi, si iniziano a intravedere già i primi sconcertanti segni negativi di una diminuzione della presenza di questi piccoli esseri viventi del mare. Lo specialista riferisce che circa cinque decenni fa in Israele si potevano contare fino a 10 esemplari per metro quadrato delle secche marine, mentre che attualmente è quasi impossibile individuarli.

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Le temperature dei mari continuano a salire mettendo a rischio le vite marine

Per gli israeliani, così come per i pugliesi, questa notizia è veramente pessima, poiché entrambi sono popolazioni ghiotte di questo prodotto di mare. La colpa di questa situazione è sicuramente da imputarsi all’aumento continuo della temperatura delle acque marine: pensate che con l’incremento di 3 gradi avvenuto negli ultimi anni, i ricci sono sempre di più stressati e, di conseguenza, anche la loro capacità produttiva è compromessa. Non dimentichiamo, però, che una parte della colpa è da dare anche all’uomo: il continuo utilizzo di sostanze inquinanti che si riversano inevitabilmente dalla costa al mare non fanno altro che peggiorare già la situazione compromessa. Tutti questi fenomeni sono ulteriormente amplificati anche dalla presenza di specie marine più invasive che mangiano le alghe di cui si nutrono proprio questi organismi marini. Quindi, possiamo dire che sotto i nostri occhi sta avvenendo l’estinzione di una specie assai importante, non solo per le tavole che apprezzano i prodotti del Mar Mediterraneo, ma anche per l’ecosistema marino. Gli studiosi di Israle parlando di un problema che potrà estendersi ancor di più ed a cui porre rimedio non è così semplice: partendo dal fatto che non è possibile abbassare le temperature dell’acqua salata così velocemente, è necessario quindi incrementare la presenza delle alghe che mangiano proprio i ricci e, allo stesso tempo, lottare contro il cambiamento climatico riducendo i consumi, ma anche l’inquinamento del mare da parte dell’uomo.

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